
20 Giu COMBATTERE L’ANSIA E LO STRESS IMPARANDO L’AUTOIPNOSI IN 3 SEMPLICI MOSSE!
Oggigiorno i ritmi serrati e frenetici che la vita ci impone fanno si che la mente ed il fisico ne escano debilitati. Se questa condizione viene perpetuata è possibile incorrere in patologie anche gravi che ledono seriamente la salute fisica e mentale di una persona.
Con questo non voglio certo sostenere che sia impossibile sfuggire a stanchezza, nervosismo che si innesca da tante piccole situazioni quotidiane (qualcuno che non rispetta la precedenza e ci fa frenare bruscamente con l’automobile; una persona che, incurante della fila, ci passa davanti alla cassa del supermercato; un superiore al lavoro che nonostante i nostri sforzi non è mai contento dei nostri risultati; una discussione con il /la propria partner che si sta facendo particolarmente accesa, ecc.), improvvisi sovraccarichi di lavoro che ci costringono a fare straordinari, problemi o emergenze familiari. Si potrebbe andare avanti ancora a lungo.
Tutte queste situazioni possono incorrere a determinare una condizione che molte volte viene definita (anche se non proprio eticamente corretta) “stressante”. Questa condizione non è di per sé patologica in quanto queste situazioni stressanti quotidiane predispongono la mente ed il fisico all’azione ed, in generale, al superamento di una condizione giudicata come “delicata” dalla persona, attivando le sue risorse e capacità per far fronte alla situazione “calda” (chi di noi non si è mai sentito agitato, nervoso e stressato prima di un colloquio lavorativo, o poco prima di un esame).
Tuttavia, se si è costantemente sottoposti a pressioni, questa condizione può sfociare nel patologico, manifestando sintomi diversi da persona a persona. È tuttavia possibile riconoscere alcuni sintomi generali con cui essa tende a esternarsi: eccessiva stanchezza fisica; nervosismo e ansia generalizzata; cefalee; dolori localizzati in punti precisi del corpo, come ad esempio lo stomaco; ipertensione arteriosa; tachicardia; fino alla possibilità di sviluppare malattie croniche.
Vi sono diversi modi per far fronte a questa situazione. Quello di cui vorrei parlare in questa sede è come contrastare questo stress quotidiano attraverso l’apprendimento di una tecnica molto potente quanto efficace: l’autoipnosi.
Premetto che non è certo un apprendimento facile, ma attraverso l’esercizio è possibile sviluppare capacità che permetteranno di contrastare l’ansia e lo stress quotidiano semplicemente ricavandoci anche una mezzoretta in cui essere da soli con noi stessi, senza preoccuparci di nulla. Quelle che sto per presentare sono semplici tecniche che aiuteranno a sperimentare possibilità di trance per il benessere quotidiano.
1° step: imparare a rilassarsi
A tutti noi capita di essere seduti in tranquillità, magari guardando il nostro programma preferito in TV, sgranocchiando uno snack. Non intendo assolutamente questo quando parlo di rilassamento. La cosa da fare è ricavarsi circa una mezzora in cui possiamo essere soli e soprattutto sicuri che nessuno verrà a disturbarci. Ora è sufficiente trovare una posizione comoda, non ha importanza se sdraiati o seduti sulla sedia o in poltrona, l’importante è riuscire a trovare una posizione che ci permetta di rilassarci permettendoci di “staccare la spina” dal mondo per un po’. Una volta fatto questo è sufficiente chiudere gli occhi e concentrarsi sul proprio respiro. Inspirate ed espirate regolarmente e lasciate che un senso di rilassamento vi pervada (è possibile anche tenere aperti gli occhi; in questo caso cercate un punto davanti a voi da fissare intensamente e, qualora sentiate la necessità di chiudere le palpebre, fatelo). È molto probabile che prendiate consapevolezza della frequenza del vostro cuore, che lo sentiate battere. Un esercizio interessante è soffermarsi sul proprio cuore e cercare di rallentare i suoi battiti. Quando raggiungerete un grado di rilassamento adeguato può accadere che magari sentiate una mano più leggera dell’altra, o la sensazione che una gamba o un piede sia più lontano dall’altro rispetto alla reale distanza che li separa; o ancora, sentire un arto più freddo o più caldo. Tutte queste percezioni sono normali e indicano che avete raggiunto un livello di rilassamento psico-fisico tale da permettervi uno stato di leggera trance.
2° step: riconoscere la propria modalità percettiva
Quando siamo in grado di raggiungere uno stato di rilassamento adeguato siamo pronti per il passo successivo. Mentre siamo completamente rilassati e consapevoli del nostro stato di rilassamento il nostro inconscio ci parla (lo fa costantemente, solo che in questo stato dissociato dalla realtà siamo maggiormente in grado di riconoscere i suoi messaggi) e lo fa con determinate percezioni. Ciò che dobbiamo imparare a fare è riconoscere la nostra modalità sensoriale ovvero se siamo visivi, uditivi o cenestesici. Può capitare che ciò che ci si presenti davanti siano flashback o immagini mentali che ci passano per la mente come se scorressimo delle notizie sul nostro smartphone, oppure può darsi che l’immagine sia statica. Molte volte sono immagini dense di particolari come un quadro naif, ma anche immagini non particolareggiate come ad esempio un cielo senza nubi. Potrebbe trattarsi di ricordi, alcuni anche riguardanti la nostra infanzia. Se si verificano queste condizioni è molto probabile che la vostra modalità percettiva sia visiva. È altresì probabile che ciò che il nostro inconscio ci propini sino rumori, suoni o anche melodie; magari accenni ad un motivetto che credevamo di aver dimenticato o la netta percezione dei suoni e rumori che stanno avvenendo in strada molto lontano da noi. In questo caso la vostra modalità sensoriale è di tipo uditivo. Un’altra modalità è quella cenestesica e si ha quando le nostre percezioni non riguardano prettamente immagini mentali o percezioni uditive, ma bensì sensazioni quali un particolare odore che ci torna in mente e che possiamo sentire come se l’oggetto che lo emana fosse presente proprio in quella stanza con noi, o anche sensazioni di calore o di freddo; possiamo rivivere un particolare momento eccitante che è in grado di farci tornare la pelle d’oca. Queste modalità si presentano in modalità singola, indipendente l’una dall’altra, tuttavia è probabile che si manifestano in modalità mista. In questo caso bisogna capire quale modalità è quella prevalente: se le immagini sono più “forti” delle sensazioni ecc. Terminato il compito possiamo qualificarci come visivi, uditivi o cenestesici. Personalmente sono maggiormente visivo ed, in misura minore, cenestesico.
Una cosa importante è che non dobbiamo cercare in qualche modo di ostacolare queste percezioni, ne di limitarle o di scacciarle, semplicemente lasciamole fluire così come vengono. È sorprendente come molte volte si riescano a trovare soluzioni a determinate problematiche tramite queste percezioni. È il nostro inconscio che ci fornisce la chiave, il la, utilizzando un gergo musicale; solo che sta a noi riuscire a riconoscerle ed utilizzarle.
3° step: il nostro luogo sicuro
Questo terzo step che andrò a presentare è tipico dell’ipnosi ed è stato ripreso anche da molte tecniche che condividono la meditazione e le tecniche immaginative. Anche l’EMDR si serve di questa metafora come stato preparatorio alla tecnica vera e propria. Ora siamo pronti a raggiungere il nostro luogo sicuro. Quando saremo diventati bravi nei due step precedenti ciò che dobbiamo fare è “recarci” nel nostro luogo sicuro. Per farlo è necessario immaginare un luogo che può essere un posto di fantasia, che non esiste nella realtà, popolato da qualsiasi forma di vita vogliamo, ma anche un luogo deserto che possa accogliere solo noi. Può essere un luogo magico con costruzioni uniche, un posto che si trova su un altro pianeta; così come può essere un luogo esistente e che abbiamo visitato in passato, come una foresta, un lago, un deserto; può trovarsi sulla terra ferma o anche in mezzo all’oceano o sott’acqua. Un luogo che ci era particolarmente caro quando eravamo bambini, come una camera particolare della casa dei nonni in cui c’erano i giocattoli o un luogo in cui giocavamo da soli o con gli altri e passavamo felici le giornate d’estate, quando la scuola era terminata. Potrebbe essere quella porzione di un fiume in cui andavamo a pesca la domenica con nostro padre ma anche il nostro ufficio, in cui possiamo barricarci per un po’ quando sentiamo il bisogno di farlo, in quanto chiunque, per entrare necessita del nostro permesso. Il bagnasciuga del mare dove siamo soliti allungarci in vacanza, mentre assaporiamo le onde che ci bagnano la schiena e così via. Le possibilità sono davvero illimitate. Definito il nostro posto sicuro quello che dobbiamo fare è semplicemente godercelo, assaporarne ogni centimetro e trarre giovamento solo dal fatto di essere in quel luogo che amiamo così tanto. In base alla nostra modalità percettiva possiamo godere della sua totalità: dei suoi odori, sensazioni, così come dei suoi suoni o dei suoi particolari; e possiamo renderci conto di come sia rilassante e distensivo abbandonarsi nel nostro luogo; un luogo che appartiene a noi e a noi soltanto; un luogo di cui solo noi conosciamo la chiave; un luogo in cui possiamo tornare ogni volta che lo desideriamo ed ogni volta ne sentiamo il bisogno; un luogo in cui “ricaricare le batterie”; il nostro luogo unico che ci protegge. Possiamo tornarci ogni volta lo desideriamo, in quanto è sempre li che ci aspetta, solo per noi, ed ogni volta che desideriamo tornare alla realtà è sufficiente immaginare il nostro luogo sicuro che pian piano si dissolve, e al suo posto ricompaiono, molto lentamente, i muri della nostra camera e la mobilia. Facciamo in modo che il riorientamento sia graduale, in modo da svegliarci dalla trance dolcemente e saldare in misura maggiore le nostre sensazioni di benessere, prima di tornare alle nostre faccende quotidiane. È consigliabile attendere una decina di minuti prima di intraprendere attività quali ad esempio guidare l’auto, in modo da riorientarsi completamente dallo stato di trance.
Quello che ho appena proposto sono delle semplici tecniche per imparare a raggiungere uno stato di trance e utilizzarlo a nostro favore, contrastando lo stress quotidiano e le preoccupazioni e ansie che talvolta ci rendono la vita difficile da vivere. Con queste tecniche di autoipnosi è possibile ristabilire uno stato di omeostasi e benessere psicofisico con il quale affrontare in maniera più conveniente le nostre giornate.